
“Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in tutta la tua vita”
Confucio (551 a.c – 479 a.c.)
Forse per la signora Anna non è stato proprio così, non ha scelto il suo lavoro, ma ha seguito suo marito nella realizzazione di un sogno che ha poi scoperto essere anche suo.
Dal 1958, in quel bar, aperto col marito, la signora Anna serve il caffè ed accoglie i suoi clienti, col sorriso.
Ne ho sentito parlare per caso, in un video trovato in rete, ho approfondito leggendo degli articoli, nei quali viene dato sempre un gran risalto alla sua età, 100 anni, una bella meta senz’altro, raggiunta ancora in salute, fisica e mentale, ma c’era qualcos’altro che mi aveva incuriosita nei racconti ascoltati nelle interviste che ha rilasciato.
Così ho deciso di andare a trovarla… un bel sabato di sole, mi sono fermata nel suo paesino, sopra al lago Maggiore, sono entrata nel bar e lei era lì, dietro al bancone, a fare i caffè, a tagliare la sua ottima torta di mele ed a fare i conti, alla vecchia maniera, con carta e penna.
Il viso con i segni del tempo, ma gli occhi vispi nei quali si riflette il sorriso col quale ti accoglie, la circonda un’aura di simpatia ed umanità straordinarie, è senz’altro una persona speciale.
La signora Anna, è l’esempio di come trasformare il “labor”, il lavoro, quello svolto solo per fini economici, in “opus”, il lavoro creativo, per passione.
Mentre ero lì con lei a scambiare quattro chiacchiere, nella mia testa ronzava quella curiosità che mi aveva spinta lì, ma non riuscivo a tradurla in parole; solo dopo, ripensando alla sua storia ho realizzato che la domanda era: “Chi sarebbe stata Anna senza il suo lavoro? E’ giusto identificarsi con ciò che facciamo per vivere, col nostro lavoro, quand’anche lo si svolga con passione? Cosa siamo oltre a quello che ci identifica nella società? Se ci togliessimo le maschere, quelle che indossiamo ogni giorno nelle diverse situazioni, cosa rimarrebbe di noi?”
Ho scritto queste poche righe per ringraziare la signora Anna, che ho visto solo per poco tempo, per avermi fatto riflettere, solo ascoltando la sua storia, su queste domande. Lei non è solo “la barista più anziana d’Italia” come la definiscono, ma è l’Amore che dona ai suoi clienti, concentrato in una tazza di caffè!
Paola Sandri
Il consiglio musicale è dedicato ad Anna
