“Siamo un po’ tutti come pesci che boccheggiano nel grande mare della vita, senza sapere quale disegno è scritto per noi”.

Nadia Pedroni Tonti – Vorrei dirtelo ma sono morta – Ed Resalio Produzi

Cosa c’entra la libertà con il nostro destino? Cosa significa essere ribelli? La ribellione è un fatto individuale, interno, silenzioso. Bisogna affrontare le proprie paure per essere veramente un ribelle. Nel “Trattato del ribelle” (E. Jünger), come nella Divina Commedia (Dante Alighieri), nel film l’Attimo Fuggente (1989), per superare le proprie paure, per essere ribelli, dobbiamo attraversare il bosco, la selva oscura. Affermare la propria libertà richiede grandi sacrifici. Ecco che a fronte di queste disquisizioni puramente filosofiche, mi capita tra le mani il libro della mia amica Nadia, che affronta con discrezione, ironia, passione e cruda realtà la disquisizione ancestrale: destino o libero arbitrio?
L’arte, ancora una volta, viene in soccorso a chi sottovaluta l’importanza di comprendere se stessi. Eppure, è solo grazie allo studio di noi stessi che ritroviamo la via, la forza, il coraggio di attraversare la selva oscura e conquistare l’amore per la vita.
Rosanna Beccalli

Suggerimento per la lettura:

Vorrei dirtelo ma sono morta – resalioproduzioni.com

1 commento

  1. Una penna fluida, che restituisce al lettore pagine profonde e belle, descrive quello che a tutti gli effetti è uno specchio della realtà in cui viviamo. I passeggeri del bus, agganciati con una mano alle maniglie che pendono dal soffitto per non cadere, mi riportano al paese dei balocchi. Il protagonista Arci, come Pinocchio, è l’ unico burattino (marionetta in realtà) che riesce a liberarsi dai fili, trasformandosi in bambino, splendida metafora dell’ opportunità che ognuno di noi ha per trasformare prima se stessi e poi la realtà che ci circonda. Nel romanzo ritorna più volte quella che Jung chiama “sincronicità”. Una serie di eventi che si intrecciano simultaneamente, senza alcun motivo apparente ma che, alla fine, svelano la via della rinascita dopo la morte, simboleggiata dal mito della fenice che risorge dalle ceneri. Ecco che il naturale equilibrio dell’ universo si ristabilisce, quell’ equilibrio frutto dell’ insegnamento del maestro Simon Benetton che, nello sbagliare, racchiude una meravigliosa opportunità: rifare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Autore

brezza.rosanna@yahoo.it

Articoli correlati

Solo il dubbio ci può salvare

Noi scambiamo un’illusione per la realtà. E’ scritto in antichi testi sacri dell’Induismo. L’illusione è il riflesso della “vera” realtà, che è immutabile...

Leggere tutti

Osservazioni

“Chi legge impara molto, chi osserva impara di più” (Aristotele) E così durante una passeggiata, notai due cavalli fermi, affiancati, ognuno con un...

Leggere tutti

Chi sceglie quando scegli?

Durante una conversazione sui simboli, si è parlato anche del libro dell’I Ching e della possibilità che grazie a profonde ricerche sul SE,...

Leggere tutti

Piccola avventura di Aniceto (episodio 2)

Mi sono sentito un po’ smarrito: per la prima volta nella mia vita ero fuori dalla ruota. Poi ho cominciato a guardare quello...

Leggere tutti

L’etica del dubbio

Gesù disse: “Chi cerca non smetta di cercare finché non trova e quando troverà resterà sconvolto e, così sconvolto, farà cose meravigliose e...

Leggere tutti
Effetto farfalla Alan Turning

Supereroi

«Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto...

Leggere tutti