
Essere e avere: due verbi che svolgono la funzione di ausiliari e che, anche in questo caso, ci “aiutano” a comprendere la differenza profonda del loro significato.
“Abbiamo” (e non “siamo” ):
- un corpo fisico, che ci consente di sperimentare la vita nella dimensione in cui ci troviamo;
- un corpo mentale, di cui non conosciamo ancora le potenzialità e che possiamo allenare al pensiero “laterale”, ad una visione ottusa, “gettando le reti dalla parte destra della barca”, come suggerisce Gesù ai pescatori sul lago di Tiberiade, nel Vangelo di Giovanni;
- un corpo emotivo (che ci distingue dalla macchina) fonte di creatività, di emozioni, di relazioni.
Anche Susanna Tamaro, in “Anima Mundi”, sviluppa il suo racconto rifacendosi alle tre fasi della vita secondo una tradizione cinese: il fuoco (che consente la creazione), la terra (che permette di sperimentare la vita del corpo fisico in questo mondo) ed il vento (la brezza, lo “spiritus”, fondamentale per tornare a se stessi).
E cosa siamo? Come comprenderlo? “Tutto quello che devi conoscere è già dentro di te, ma non hai ancora imparato a leggere la saggezza del corpo” Dan Millman – La via del gurerriero di pace. Essere o avere: una sorta di contesa tra la tartaruga, abitante delle tenebre, ed il gallo, annunciatore di luce, rappresentata sul pavimento in mosaico, presso la cripta degli scavi ad Aquileia.
Laura Ermacora
Grazie Laura, non siamo un corpo, molto di più…