Il tamburo viene considerato uno dei primi artefatti musicali, la cui presenza è testimoniata da reperti ritrovati in Cina, risalenti al 6000 a.C. Utilizzato durante le cerimonie sacre da tribù e popolazioni primitive, rappresenta il collegamento tra mondo terreno e quello spirituale mentre, per gli sciamani, identifica l’Universo. Porta con sé simboli ed esperienze personali vissute dai singoli individui, ma anche archetipi collettivi. Il suo suono ci riconduce all’origine universale: la frase “in principio era il verbo” cambia infatti completamente significato se traduciamo la parola “verbo” con “vibrazione”.

Lo strumento che utilizza diversi tipi di tamburi e piatti, la batteria, trova le sue origini negli Stati Uniti da un’idea dei fratelli Ludwig nei primi anni del ‘900. Con il jazz, negli anni ’20, diventa simbolo della musica popolare, custode di antiche tradizioni. Il suono dei suoi vari componenti, creato con le loro molteplici combinazioni, a seconda del genere musicale interpretato, sprigiona emozioni difficili da descrivere con le parole.

Tra le mura di Mercatello sul Metauro, piccolo e armonioso borgo medievale, attraversato dall’omonimo fiume marchigiano, nasce nel 1921 Dante Agostini. Sin da piccolo è costretto a lasciare questa valle verdeggiante e le sue dolci colline, per trasferirsi in Francia dove, nel 1964, apre la prima scuola di batteria in Europa, proponendo un metodo rivoluzionario per lo studio di questo strumento. SI tratta di una sorta di conoscenza condivisa, un approccio pedagogico dove, tra maestro e allievo, avviene uno scambio magico, fonte di interpretazioni sublimi. Si basa su una partitura musicale, novità assoluta in quegli anni per questo tipo di strumento. Diviene quindi possibile trascrivere sul pentagramma uno spartito per batteria, che contiene indicazioni sulla “diteggiatura” di lettura. Accade così che tutti si possono avvicinare con entusiasmo allo studio di questo strumento, liberando il proprio talento. Grazie agli spartiti, inoltre, diversi musicisti possono suonare la stessa melodia contemporaneamente, divenendo una cosa sola, raggiungendo una perfezione che potremmo definire l’unità.

Ancora oggi Dante Agostini viene ricordato con affetto nel suo paese natale dove, da giugno a ottobre, tra le viuzze e le piazzette di questo splendido borgo, si svolge il festival “Musica e Musica”. Oltre ad ospitare un concorso musicale internazionale, dedicato agli allievi delle scuole di batteria intitolate al Maestro, sparse ormai in tutto il mondo, propone concerti che celebrano svariati generi musicali, consentendo di provare un’ esperienza autotelica: un’attività in cui l’esperienza personale è l’obiettivo principale, unita alla consapevolezza di essere noi al centro dell’Universo. Vi propongo un brano interpretato da Iarin Munari, che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo in un meraviglioso giardino di questo borgo, una sera d’estate, con le stelle a fare da cornice e l’immancabile brezza che accarezza i visi estasiati del pubblico. L’impercettibile battito riprodotto da un tamburo o da un piatto si connette a quello del cuore, per affidare le emozioni all’invisibile battito d’ali delle farfalle!

Laura Ermacora

Un sentito ringraziamento a Giovanna, al Direttore Artistico e a tutti i meravigliosi collaboratori del festival “Musica e Musica”.

A caccia di farfalle…

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