
L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita, vano delle scene il diletto ove non miri a preparare l’avvenire. (Anonimo)
Ed è così che ti ritrovi, ad assistere al passare dei secondi per passare da un anno all’ altro. Mi ritrovo ancora di fronte a queste frasi: “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita, vano delle scene il diletto ove non miri a preparare l’avvenire”
Frase di un anonimo che anche in mezzo a tanti “botti”, ti permette di isolarti e ti fa meditare; è stata scelta come epigrafe sulla facciata del teatro Massimo di Palermo. Una frase che mi aveva già colpito anni fa e che tanto mi ha fatto pensare, scelta per un luogo così ambizioso (terzo teatro d’Europa) scritta da un anonimo che non reclamò mai la paternità della fase. Altra cosa su cui pensare.
Contro corrente risalgo il fiume di gente per tornare a casa, che forse è proprio quello che facciamo metaforicamente ogni giorno, giro e in una via traversa trovo un laboratorio d’arte, due pittori, trenta minuti dopo la mezzanotte, stanno li a dipingere col portone del laboratorio aperto, entro, chiedendo il permesso e vengo invitato ad entrare. Trovo un mondo di emozioni, sprigionato da quattro persone in un laboratorio, mentre fuori un fiume di persone, mi facevano sentire nel nulla. E li che mi è tornata in mente la frase “la bellezza salverà il mondo”, frase tratta da un romanzo terminato in un’altra città italiana, che di arte e bellezza ha da raccontare.
Claudio Zoppi
Suggerimento di lettura: “l’idiota” di Fëdor Dostoevskij
