Ogni volta che i popoli hanno barattato la libertà per la sicurezza (di qualunque tipo essa fosse), sono nate le peggiori dittature della storia. La libertà è il bene più prezioso che abbiamo e, in alcuni momenti della storia anche recente, è diventata più preziosa della vita stessa. Ezra Pound ci ammonisce con queste parole: “Schiavo è colui che aspetta qualcuno che venga a liberarlo”, mentre Antonio Gramsci ci ricorda un’amara verità: “La Storia è maestra ma non ha scolari”. Se conquistare la libertà è difficile, una volta raggiunta è ancora più difficile difenderla e preservarla perché è costantemente sotto attacco, e questo come mai prima negli ultimi decenni. I Big Data sono diventati a tal punto i veri padroni della nostre vita che in essi sono contenute anche quelle informazioni che neppure noi ricordiamo. “Big Brother is watching you” scriveva George Orwell in 1984… il cosiddetto “smart working” (che poi cosa avrà di intelligente io devo ancora capirlo) è una tendenza che è stata accelerata negli ultimissimi anni perché le relazioni umane devono essere distrutte, la società deve essere atomizzata e ridotta a solitudini telematiche, sia in ambito lavorativo che in quello delle relazioni sociali. Il fatto è che una società i cui membri non hanno più legami reali ma solo “contatti” è una società in cui è avvenuta l’espulsione dell’altro, è una società in cui è stata spezzata la “social catena” di cui parlava Giacomo Leopardi. E’ una società “asociale” che non ha più un futuro.

David Sebastiani

Suggerimento di lettura: George Orwell – 1984

2 commenti

  1. Ciao David,
    condivido quasi totalmente quanto hai scritto e riconosco la spinta all’isolamento indotta prepotentemente dai poteri che spingono verso la disumanizzazione.
    Riconosco anche l’utilità e le tante possibilità offerte dalla tecnologia che , se ben amministrata, in realtà porta anche alla nascita di relazioni (in senso lato) molto soddisfacenti che poi si concretizzano anche in incontri di persona. Almeno questa è la mia esperienza.
    Permette di risparmiare tempo e denaro in talune circostanze. Ma certamente non deve essere l’unica via di comunicazione. Insomma una tecnologia al servizio dell’uomo e non un uomo schiavo della tecnologia.

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