Sono le 14.30 di un afoso pomeriggio di Agosto. Attraverso il giardino: le ninfee avvolte dai pesci rossi mi rinfrescano la mente mentre i fiori di loto svettano verso il cielo azzurro. I pesci iniziano a seguirmi lungo il perimetro della vasca. Noncurante di tutto procedo spedita verso la casa di mio padre. Appena varcata la soglia mi trovo avvolta da una musica soave. Sono i concerti brandeburghesi di Bach. Non è la solita versione. Entra più a fondo, è diversa… Ma come? Io che non ho nessuna cultura musicale come faccio a dire che è diversa? Mi accomodo sulla solita sedia. Guardo mio padre che coglie al volo il mio sguardo interrogativo. <Ti piace?> mi chiede sorridendo. <Si, molto>, rispondo continuando a farmi cullare da questa musica che entra dentro, nel profondo. <Sono andato a cercare, sapevo di averli, questi concerti brandeburghesi di Bach nella versione originale> continua mio padre, <Ovvero, la versione con strumenti originali> conclude guardandomi.  Ringrazio. Continuo a conversare con mio padre lasciandomi coccolare dalla musica. Lo saluto ed esco.

Il caldo non è più opprimente, inspiro forte cercando di sentirmi tutt’uno con ciò che mi circonda. Accarezzo i fiori di loto mentre il mio sguardo si posa sui miei adorati salici piangenti. Non li avevo mai visti così. Ho sempre desiderato avere nel mio giardino dei salici piangenti. Da piccola ero solita accucciarmi sotto la loro chioma. Mi sentivo protetta, avvolta, accudita. Li raggiungo e ritrovo la bambina che si rannicchiava sotto la loro chioma.

Tornare alle origini, tornare al nostro io.

Abbraccio i salici e ringrazio.

Rosanna Beccalli

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