Luciano De Crescenzo era un uomo profondo capace di comunicare la sua grande saggezza in modo tale da farsi capire da tutti. La sua missione era proprio questa: diventare uno “scrittore-divulgatore” come diceva lui stesso. Per poterlo fare aveva anche lasciato un prestigioso impiego presso la IBM, a Milano, e aveva iniziato a scrivere libri per diffondere la bellezza della filosofia. Oltre alla passione travolgente per la sua Napoli una tematica che gli stava particolarmente a cuore era il tempo, di cui parlò anche nel film “32 dicembre”.

“Il tempo è un’emozione, ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che lo puoi vivere in due direzioni diverse, in lunghezza e in larghezza! Se lo vivete in lunghezza, in modo monotono sempre uguale… dopo 60 anni voi avrete 60 anni! Se invece lo vivete in larghezza, con alti e bassi… innamorandovi, magari facendo pure qualche sciocchezza, allora dopo 60 anni avrete solo 30 anni! Il guaio è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla!”

In effetti il tempo è come una linea. Se fai una cosa sola, ad esempio il tuo lavoro e vivi senza emozioni, quella linea è retta e vivrai la tua vita in una sola dimensione, pertanto la tua età corrisponde esattamente agli anni che hai vissuto su questa Terra. Ma se fai più cose, dedicandoti ad esempio alla tue passioni, il tempo lo vivi con emozione e quella linea non è retta, perché è un continuo salire e scendere. In questo modo, potresti essere su questa Terra da sessant’anni ma la tua età potrebbe essere rimasta ancora molto indietro, perché la linea del tuo tempo si è piegata su se stessa rifiutandosi di seguire quella retta del tempo.

“Vedi, esiste un tempo esterno e un tempo interno. Il tempo esterno è quello degli orologi, dei calendari ed è uguale per tutti. Il tempo interno, invece, è un fatto personale nostro,  come il colore degli occhi e dei capelli, ed è diverso da persona   a persona. Ecco perché ci sono persone che hanno 60, 70, 80 anni ed hanno l’impressione di averne 20. La verità è che non è un’impressione: ne hanno davvero 20”. 

De Crescenzo parlò del tempo anche nel suo libro “Il Pressapoco” spiegando, tramite la Teoria della relatività di Einstein, che l’intensità del tempo è dimostrabile: 

“Einstein ci dice che la lancetta del nostro orologio non impiega un secondo esatto a percorrere lo spazio tra due lineette successive, bensì un secondo diviso una certa “roba” che compare sotto la linea della frazione. E più questa roba è alta, più l’orologio impiega un certo tempo a percorrere quel trattino. Nella formula t è il tempo, v è la velocità con cui il lettore sta correndo, c è la velocità della luce. La formula ci dice che il tempo impiegato dalla lancetta è tanto più lento quanto è più alta la velocità con cui il lettore attraversa lo spazio.”

Sempre nel film “32 dicembre”, De Crescenzo spiegò che il tempo ha senso di esistere solo se lo si riempie di emozioni; in caso contrario, non è altro che il movimento delle lancette di un orologio. 

“Il saggio è colui che realizza il presente. Il saggio è colui che quando ha sete beve, sente l’acqua fresca che gli scende per la gola e pensa: oh, quanto è bello bere! Il saggio è colui che quando ha fame mangia e mentre mangia pensa: oh quanto è bello mangiare! Hegel diceva: il tempo è come l’essere: mentre è non è e mentre non è, è.” 

Anche la felicità quindi è collegata al tempo e il segreto sta nel vivere il presente senza proiettarsi continuamente nel futuro. Ovvero nel vivere il tempo con intensità. Un insegnamento prezioso per tutti noi, proiettati spesso nel futuro, assorbiti dalla frenesia della quotidianità, o nostalgici del passato. Impariamo a vivere il presente e, se non ci soddisfa, troviamo il coraggio di cambiare.

David Sebastiani

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