
Una delle cose che in assoluto ha sempre spaventato di più l’uomo è il cambiamento. L’uomo ci tiene proprio tanto a mantenere il proprio status quo interiore. Il cambiamento però, come abbiamo imparato dall’inizio del Ginnasio, deve iniziare dentro di noi, perché la prima cosa che dobbiamo fare è cambiare noi stessi. Per fare questo però sono indispensabili due qualità non così comuni, il coraggio e una grande forza interiore, che ci consentono di abbandonare il certo per l’incerto. Se il cambiamento avviene in conseguenza di eventi esterni non si può parlare di cambiamento, ma al massimo di “adattamento”, che oggi ha cambiato nome divenendo l’orrida “resilienza”, elevata a massima virtù concepibile dalle élite finanziarie globaliste. Già la scelta di questo termine dovrebbe far riflettere: la “resilienza” fino a pochissimi anni fa descriveva solo la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Successivamente questa “capacità” è diventata una “virtù”, anzi la “somma” virtù secondo i veri padroni del mondo, e cioè appunto l’orrida “resilienza” dell’uomo reificato, ridotto a una “cosa”. Il nuovo cittadino “perfetto” in sostanza è colui che prende botte da tutte le parti senza protestare e non accenna neanche a una reazione. Non c’è niente da dire: uno dei massimi “capolavori” del Potere in tempi recenti.
David Sebastiani
Suggerimenti di lettura: Odio la resilienza – Diego Fusaro