Chissà se l’autrice di questo libro conosceva il primo pilastro dell’Ikigai, ma lo ha sicuramente applicato. Un libro che sembrava dimenticato, lasciato così in un memoriale di un cimitero. Lasciato là senza un’aspettativa ma con un intento scritto a penna nella prima pagina: “per te che leggi, che tu possa portare gioia”. Trovato e letto, non per caso, mentre riflettevo proprio su questo. Ogni pagina quasi vuota riporta scritte poche parole, un pensiero, uno spunto per gioire di qualcosa. Parti in piccolo, facendo qualcosa per cui sei “portato”, perché ti fa stare bene, ti da gioia, senza aspettative. Non saprei ora portare un esempio migliore. Ringrazio l’autrice del libro e del gesto e la sua intenzione.

Claudio Zoppi

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