
Fotografia dal greco antico phôs ossia luce e graphè cioè “disegno”, ha il significato di disegno della luce.
Una foto, antica, direbbero in molti…
E’ la foto di un matrimonio, quello dei miei nonni.
Lo sguardo mi è scivolato sull’abito di mia nonna. Catturato dalla lunga gonna nera si è poi fermato sul bouquet che, nella sua semplicità, sembra illuminare il volto raggiante della sposa. Mi sposto lentamente sulla figura quasi austera di mio nonno. Sembra un attore appena uscito da uno di quei film anni 30. Osservo che si è levato i guanti. No, non è un attore. Sono le sue mani a darmene la conferma. Sono mani che hanno già lavorato molto.
La bellezza si assapora in ogni centimetro di questa foto in bianco e nero, senza filtri, ritocchi, modificazioni. È esattamente il fermo immagine di ciò che è stato in quel determinato momento, del qui e ora.
L’essenza ha fatto capolino e ha lasciato la sua impronta.
La foto ci parla, ci racconta. Che cosa? La loro storia o forse, la nostra.
Mettiamoci in ascolto.
Rosanna Beccalli
